La scrittura amatoriale o professionale. Tra gli scrittori esordienti esiste una distinzione precisa che si fonda su due differenti approcci alla scrittura. La sostanziale differenza ha più a che fare con l’autocritica che con il talento.
Predisposizione letteraria
Lo scrittore amatoriale – in senso lato, senza distinzione di genere – può possedere una grande padronanza del linguaggio, essere colto e aver sviluppato una notevole capacità introspettiva. Nel tempo magari si è costruito la convinzione di essere bravo a scrivere ma la sua prosa può essere pomposa, poco fluida, cervellotica e noiosa.
Predisposizione narrativa
Oppure scrive malissimo, sbaglia le coniugazioni dei verbi, usa male la punteggiatura e fa molti errori ortografici ma le idee di fondo dei suoi racconti sono interessanti e stimolanti, anche se male strutturate.
Lo scrittore amatoriale può riunire in sé il peggio dei due casi sopra citati e in questa concomitanza, oltre a essere scritte male, le sue idee risultano puerili, banali e scontate.
Nei primi due casi esiste lo spazio per un miglioramento, che può avvenire solo nel caso in cui lo scrittore acquisisca una coscienza su se stesso, sia corredato di coraggio e umiltà e disposto a studiare con metodo e serietà.
Ecco, allora, che lo scrittore amatoriale aspira a diventare professionale.
La scrittura professionale
Lo scrittore professionale studia e si mette in discussione. Costruisce un percorso consapevole con le proprie mani, con pazienza e dedizione, senza bruciare le tappe, puntando al pane più che alla gloria.
Si tratta di un lavoro piuttosto faticoso. Naturalmente legge di tutto e scrive moltissimo con metodo. Sottopone i suoi lavori al giudizio di persone autorevoli all’esterno della schiera di amici e parenti. Partecipa a concorsi letterari, crea una rete di relazioni, trova un’agente. Conosce il mondo dell’editoria e seleziona attentamente le case editrici con cui pubblicare, nell’ottica di divenire appetibile per editori sempre più importanti. In genere ha più di un manoscritto da proporre e ne produce di continuo.
Lo scrittore esordiente, prima di pensare alla pubblicazione dovrebbe chiedersi onestamente a che cosa aspira: l’apprendimento di un’arte o un brevissimo, fugace attimo di appagamento dell’ego.
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Vedi anche: pubblicare con un grande editore.