Imparare dai migliori: James Graham Ballard

James Graham Ballard

Tratto da Super-Cannes di James Graham Ballard (2000). Biografia dell’autore.

“La prima persona che incontrai a Eden-Olympia fu uno psichiatra, e forse il fatto che sia stato proprio uno specialista in malattie mentali a farmi da guida in questa “città intelligente” sulle colline sopra Cannes non fu affatto un caso. Adesso mi rendo conto che sui palazzi di uffici del parco tecnologico incombeva una specie di follia, come uno stato di guerra non dichiarata. Certo è che per la maggior parte di noi il dottor Wilder Penrose si rivelò un amabile Prospero, lo psicopompo capace di portare i nostri sogni più tenebrosi alla luce del giorno. Ricordo il suo sorriso entusiasta quando ci salutammo, e gli occhi sfuggenti che mi indussero a diffidare della sua mano tesa. Solo quando imparai finalmente ad apprezzare quest’uomo labile e pericoloso riuscii a pensare di ucciderlo.”

L’incipit

Questo incipit di James Graham Ballard è un capolavoro. In poco più di cento parole riesce a dare un’idea precisa di ciò che si andrà a leggere nelle seguenti trecento pagine.

Siamo a Cannes, in Francia, in un parco tecnologico su cui incombe una specie di follia, uno stato di guerra non dichiarata. Inquietante, cosa avverrà in questo luogo? Un parco tecnologico dovrebbe dare un’idea rassicurante, eppure a quanto pare non è così.

Il narratore è nuovo di questo ambiente, ha appena varcato la soglia di un mondo fuori dall’ordinario, e la sua guida è uno specialista in malattie mentali e questo non è un caso.

Il dottor Penrose, presumibilmente a capo della città intelligente è definito uno psicopompo (dalla Treccani: nella religione greca, epiteto di divinità, soprattutto di Ermete (anche di Caronte e di Apollo), designante la loro funzione di guida delle anime dei trapassati verso il regno dei morti). Vi è anche un riferimento a Prospero (da La tempesta di William Shakespeare), il Duca di Milano che usa le sue conoscenze di magia per assoggettare l’isola su cui fa naufragio e i personaggi di Calibano, il mostro ripugnante suo schiavo, e Ariel, lo spirito dell’aria. Questi riferimenti fanno un ritratto molto preciso e allarmante del personaggio con una manciata di parole.

I sogni più tenebrosi portati alla luce del sole. Vi sono dunque degli aspetti oscuri e misteriosi che riguardano i personaggi coinvolti. Tali sogni sono forse quelli di chi crede che il progresso tecnologico sia la panacea universale, il preteso rimedio di ogni male? È dunque questo il tema alla base del romanzo?

Un sorriso entusiasta e degli occhi sfuggenti che inducono a diffidare di una mano tesa. Un’immagine perfetta seguita da un pensiero di lucida follia, che costruisce un ponte cronologico sugli eventi futuri: non sarà l’odio a provocare il desiderio omicida, ma l’ammirazione, la stima, l’approvazione. Un’affinità, dunque.

Super-Cannes è un romanzo inquietante, stupendo, che rovista nell’apparenza pacifica e ordinata di una distopica “città intelligente” e ne estrae la materia limacciosa di cui è composta.

La psicopatia è l’antidoto più potente a se stessa, e lo è stato per tutto il corso della storia. A Eden-Olympia la follia è la cura, non la causa del malessere.

La sinossi

Eden-Olympia è un complesso residenziale in Costa Azzurra. Ospita i dirigenti delle più potenti multinazionali e vi lavorano quasi diecimila persone. Sembrava davvero il luogo ideale in cui vivere: appartamenti e ville di gran lusso, uffici confortevolissimi e immersi nel verde, parchi e laghi artificiali, piscine e campi sportivi, comodità di ogni tipo, polizia privata a garantire sicurezza e privacy. Jane e Paul Sinclair giungono in questo piccolo paradiso tecnologico. Lei viene a fare il medico pediatra. Lui l’accompagna e, intanto, approfitta della quiete e del comfort per ristabilirsi da un brutto incidente.

Il luogo impressiona i due protagonisti e provoca in loro qualche perplessità. Ma Jane si lascia subito coinvolgere dagli impegni della professione e dall’atmosfera laboriosa di Eden-Olympia. Paul, che ha del tempo libero, diventa invece sempre più sospettoso e si lascia prendere dal rovello di alcune domande molto inquietanti: perché il dottor David Greenwood, il predecessore di Jane, ha ucciso a fucilate dieci persone? Era veramente in preda a un inspiegabile raptus omicida o è stato mosso da altre più misteriose ragioni? Perché, di tanto in tanto, sparisce qualcuno dei residenti e se ne perde ogni traccia? Perché Penrose, lo psichiatra, continua a ripetere che Eden-Olympia è un “laboratorio per il nuovo millennio” in cui è tutto possibile?

Pochi narratori si sono spinti come James Graham Ballard a pensare le trasformazioni che la tecnologia induce sul desiderio umano e, come lui, sono capaci di trascinare il lettore in quella zona torbida dove i sogni più idilliaci possono trasformarsi negli incubi peggiori.

Vedi anche Shane Stevens.

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